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L’espressione grafico simbolica
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Le modalità espressive

Scrittura e linguaggio sono comunemente associati a segno e significato, immagine e suono del medesimo concetto.

Linguaggio e la scrittura sono spesso visti come due elementi strettamente connessi, la scrittura viene considerata come la traduzione dei suoni che noi emettiamo; la scrittura dipende dal linguaggio.

Immagine e suono sono atti segnici comunicativi intenzionali, veicolati attraverso due differenti modalità espressive, questo significa che noi produciamo degli atti segnici e nel fare ciò produciamo diversi tipi di atti segnici che riflettono delle modalità espressive.

Jack Goody definisce parola e scrittura come della langue le quali interagiscono, ma hanno proprie caratteristiche e modalità di organizzazione. 

Se esistono dei rapporti tra scrittura e linguaggio per esprimere un concetto, Jack Goody ci dice che la scrittura e il linguaggio devono essere intese separatamente in quanto rappresentano due modi dell’espressione umana. Ognuno di questi moduli sviluppa delle proprie logiche e caratteristiche.

La comunicazione avviene quindi attraverso l’organizzazione di simboli che possono essere:

  • linguaggi verbali (produzione di suoni)
  • scritture grafiche (produzione di segni)

Produzione di simboli e modi dell’espressione

Un segno grafico sulla base delle sue proprietà formali diviene un simbolo, es: la scritta “cuore”, l’icona del ♥ significa e comunica per somiglianza alla figura di un cuore.

In entrambi i casi deve esistere una convenzione attraverso la quale possiamo risalire al significato del segno, ma abbiamo una differenza dal punto di vista dell’espressione grafica, nel primo abbiamo una traduzione di un suono in un segno, nel secondo abbiamo una rappresentazione.

All’interno dei modi dell’espressione abbiamo un altro tipo di segni, ovvero i segni grafici indicali i quali stabiliscono un rapporto fisico tra due oggetti, il rinvio da significante a significato, es: le lancette dell’orologio, che puntano sul numero (ora).

Simbolo e icona

I simboli spingono verso una dimensione dell’astrattezza, l’obiettivo che cercano di raggiungere è quello dell’inequivocabilità distintiva es: casa; conoscendo il codice è inequivocabile.

Nella polarità che appartiene all’icona abbiamo dei simboli grafici che da un punto di vista formale sono figurativi, potremmo dire che questa direzione è un polo verista che tende a rappresentare un concetto attraverso delle immagini che diventano la rappresentazione del concetto stesso (♥),  la caratteristica di questi segni e che sono immediati.

La progettazione delle icone all’interno del web richiede sempre delle caratteristiche intermedie, le icone che troviamo sul desktop del computer sicuramente stanno sulla polarità figurativa e spingono verso un’immediatezza interpretativa. Quando sviluppiamo tante immagini che rappresentano delle funzioni o degli oggetti, non è detto che per tutte possiamo dare un’interpretazione certa e quindi anche per questo motivo nelle icone compaiono dei testi, per garantire l’inequivocabilità distintiva.

Scala di iconicità

In un continuum che va da defigurazione a figurazione troviamo dalla parte della defigurazione i simboli astratti e alfabetici, sul piano della figurazione i simboli pittografici e i simboli pleromatici.

I simboli astratti chiedono che l’utente conosca il codice della significazione. Non abbiamo un’immediatezza interpretative, se conosciamo il codice possiamo avere un’inequivocabilità distintiva.

I simboli pittografici, tentano di rappresentare la realtà, evitare la traduzione di un termine per diverse lingue.

I simboli pleromatici, sono simboli iper-realistici, come ad esempio le icone di un sistema operativo, sistema iconico molto vicino alla realtà.

 

fonte uninettuno

Pubblicato
7 Gennaio 2023
Ultima modifica
20 Febbraio 2023 - ora: 08:36
Matteo Mannucci
Matteo Mannucci
Owner MaMaStudiOs
Digital Designer, Full Stack Web Developer,
Dr. Informatica umanistica, Dr. Discipline Psicosociali, Poeta
Adoro la montagna dove mi piace trascorrere il mio tempo libero, facendo passeggiate
o correndo nei boschi, per seguire o tracciare nuovi percorsi

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