Comprendere l'esperienza umana

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Comprendere l’esperienza umana

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Progettare per come le persone sono fatte davvero e non per come vorremmo che fossero.
D. Norman

Norman parla di centrare il progetto intorno alla persona, nell’ottica del progettista i bias (errori) dell’utente non sono da scartare, anzi fanno parte dell’esperienza.

Alcune caratteristiche che richiamano al nostro modo di concepire la realtà e agire in essa:

siamo flussi, il nostro modo di pensare non è fatto tramite immagine statiche, ma tramite flussi di pensiero
siamo multi, molteplici, capaci di condurre più compiti nello stesso tempo
siamo ricorsivi, abbiamo la possibilità di tornare sull’esperienze che abbiamo vissuto, per riflettere e farne tesoro
siamo in grado di avere pensieri sensibili (es: memorie flash hub)
il nostro modo di pensare non è da laboratorio, ma in relazione all’ambiente e agli altri

Psicologia e artefatti

La scuola storico-culturale Russa (1920-1930: Vygotsky, Leontiev, Luria), Vygotsky centro le sue teorie e prove sperimentale sui principali concetti del materialismo storico e marxismo.

Internalizzazione / Esternalizzazione sono i due processi che Vygotsky stesso va a strutturare per raccontare il corso dello sviluppo del pensiero superiore:

Internalizzazione: rappresentazione mentale della mia conoscenza del mondo
Esternalizzazione: processo di rielaborazione delle rappresentazioni mentali che escono dalla mente e costituiscono un patrimonio per noi stessi e per la comunità nella qualità viviamo

Un altro dei concetti di estrema modernità è “la zona di sviluppo prossimale” lo spazio che mette in contatto e sovrapposizione tra le capacità attuali e le capacità potenziali.

L’interazione tra l’uomo e l’ambiente ci porta a vedere le funzioni cognitive come nascono dalle esperienze sociali, nei processi di esternalizzazione le funzioni cognitiva hanno un loro processo e esternalizzazione.

Vygotsky pone un particolare focus su come l’attività umana sia sempre mediata dagli artefatti e non c’è mai un rapporto diretto con la realtà.

Gli strumenti influenzano l’utente e l’utente influenza gli strumenti

Un rapporto tra la psicologia e la progettazione degli artefatti.

I tre componenti della riflessione di Vygotsky sulla mediazione sono:

soggetto: persona
oggetto: obiettivo
artefatto: strumento in relazione tra la persona e l’obiettivo da raggiungere

Artefatto

Per artefatto si intende ogni aspetto del mondo materiale e sociale modificato nel corso della storia e della sua utilizzazione, all’interno di attività umane dirette a uno scopo.

La teoria dell’attività

Nasce dai primi studiosi Wertsch 1985, Nardi 1996, Engestrom 1999, offre una molteplicità di punti di vista perché offre non soltanto la prospettiva del triangolo della mediazione (soggetto, oggetto, strumento), ma anche come tale mediazione si apre a molteplici punti di contatto (organizzazione, regole, procedure).

La teoria dell’attività da la possibilità di visualizzare e evidenziare le contraddizioni tra vari soggetti, un’ulteriore punto di forza è l’espansione: ovvero come il nostro modo di conoscere la realtà si può strutturare tra i soggetti.

Utente e fornitura nell’azione situata, Maffei, Sangiorgi 2003

Le principali componenti della teoria dell’attività sono:

agenti
motivi, scopi
comunità (altri agenti con ruoli diversi)
mezzi (strumenti, artefatti e servizi)
regole (esplicite o implicite, formali o informali)
contesto culturale
piano di attività (situato in un luogo e situazione precisa)

Le attività possono comunque essere scomposte in due livelli principali:

azioni svolte per raggiungere un obiettivo e sono consapevoli (esperienza come flusso consapevole)
operazioni, sotto-compiti, fasi più specifiche delle azioni (alle volte tali operazioni sono inconsapevoli in quanto automatiche e subordinate)

In copertina Foto di Glenn Carstens-Peters su Unsplash

fonte uninettuno

Pubblicato

17 Marzo 2023