Il personal branding è la prima startup di cui ognuno dovrebbe occuparsi.
Tommaso Sorchiotti
Ma cominciamo dalle basi: sapete cosa si intende quando si parla di personal branding?
L’espressione personal branding indica la capacità di promuovere se stessi, ovvero definire quali sono i nostri punti di forza e comunicare in maniera efficace cosa sappiamo fare, come lo sappiamo fare e perché gli altri dovrebbero scegliere proprio noi.
Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, afferma: il tuo brand è ciò che le persone dicono di te quando non sei nella loro stessa stanza.
Il che la dice molto lunga sul quanto sia fondamentale, oggi, fare personal branding. Per tutti.
L’obiettivo è quello di distinguersi, di emergere, facendosi sentire vicini ai bisogni o allo stile di vita del proprio target. E per distinguersi dalla massa, cosicché siano chiari i tuoi valori e la tua mission, conta solo una cosa: essere autentici (perché l’inganno è una delle cose che la rete meno perdona) e non cercare di piacere a tutti.
Piacere a tutti infatti non serve a niente. Il tuo obiettivo non è quello di attirare l’attenzione di tutti (cosa che tra l’altro sarebbe praticamente impossibile), ma cercare di attirare l’attenzione di quelle persone che hanno bisogno del tuo prodotto e/o servizio. Nel modo in cui lo fai te.
Curare il nostro personal branding significa pensare a noi stessi come ad una marca: l’obiettivo è quello di farsi scegliere. E farsi scegliere è molto diverso dal vendersi. Perché per farsi scegliere dobbiamo partire da noi stessi, da chi siamo veramente.
Occorre quindi lavorare sulla nostra immagine affinché racconti chi siamo e come lo facciamo, nel modo più coerente possibile con noi stessi (non dobbiamo trasformarci in qualcosa che non siamo, ma valorizzare i nostri punti di forza), online ma anche offline, perché (purtroppo o per fortuna) l’immagine è il nostro biglietto da visita, e la prima impressione spesso è quella che conta.
Alcune ricerche dimostrano infatti che la valutazione delle persone che ci stanno di fronte avviene al massimo entro cinque minuti. E’ necessario tenere presente quindi che un’immagine coerente con il messaggio che vogliamo trasmettere lo rafforza, al contrario un’immagine sbagliata potrebbe anche danneggiarci.
«La gente giudica effettivamente un libro dalla copertina» scrisse Markkula. «Possiamo anche avere il miglior prodotto, della qualità migliore, con il software più utile ecc., ma se lo presentiamo in maniera sciatta sarà percepito come sciatto, mentre se lo presentiamo in maniera creativa e professionale, gli attribuiremo le qualità desiderate.»
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